romano notari

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  Ora calda, 1966, olio su tela, cm 140 x 140  
     
     
     
  Antologia critica    
 
(...) La fenomenologia del linguaggio messa in atto da Notari risponde sempre sostanzialmente a uno scandaglio interiore, che di volta in volta si attualizza attraverso un evocativamente circostanziato, e coltivato, rapporto emotivo profondo con l’eikón, con l’immagine ingannevole della metamorfosi. Nelle tele Omaggio a Te-A del ’62 e Ora calda del ’66, spiritualmente, la sua pittura è ancora collegata idealmente a quelle che si potrebbero chiamare le poetiche della contraddizione di un Rilke e di un Rimbaud. Di quest’ultimo — in Un cuore grande così del ’67 — sembra ereditare l’agonia dell’immagine come luogo di confine, chòra dell’esistenza. Senonché, alla poesia en avant di Rimbaud, Notari sostituisce il retour amont del linguaggio, la necessità del prelinguaggio, del silenzio anteriore. AI bois qui se trouve violon, al cuivre che s’éveille clairon rimbaudiani, egli — e in definitiva la pittura del decennio ’60-’70 nei suoi punti più avanzati — contrappone un violon che ritrova il bois proprio al fondo della propria funzione, un clairon che s’addormenta nel proprio sonno di cuivre. (...)

 

Floriano De Santi, La metamorfosi cosmica di Romano Notari, presentazione in Notari. Aprimmo e vedemmo cose nuove….Opere 1953-2005, catalogo della mostra personale, Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, Pescara, 9 luglio-9 agosto 2005.

 
     
     
     
  Photo Gallery  
  In studio. Campello sul Clitunno, 1966.  
     
     
     
    Processo religioso, 1968, grafite e tempera su carta, cm 63 x 46  
  Cuore angelico, 1967, tempera su carta, cm 27 x 21