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Ora calda, 1966, olio su tela, cm 140 x 140 | |||||||
Antologia critica | |||||||
(...) La fenomenologia del linguaggio messa in atto da Notari risponde sempre sostanzialmente a uno scandaglio interiore, che di volta in volta si attualizza attraverso un evocativamente circostanziato, e coltivato, rapporto emotivo profondo con l’eikón, con l’immagine ingannevole della metamorfosi. Nelle tele Omaggio a Te-A del ’62 e Ora calda del ’66, spiritualmente, la sua pittura è ancora collegata idealmente a quelle che si potrebbero chiamare le poetiche della contraddizione di un Rilke e di un Rimbaud. Di quest’ultimo — in Un cuore grande così del ’67 — sembra ereditare l’agonia dell’immagine come luogo di confine, chòra dell’esistenza. Senonché, alla poesia en avant di Rimbaud, Notari sostituisce il retour amont del linguaggio, la necessità del prelinguaggio, del silenzio anteriore. AI bois qui se trouve violon, al cuivre che s’éveille clairon rimbaudiani, egli — e in definitiva la pittura del decennio ’60-’70 nei suoi punti più avanzati — contrappone un violon che ritrova il bois proprio al fondo della propria funzione, un clairon che s’addormenta nel proprio sonno di cuivre. (...)
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Photo Gallery | |||||||
In studio. Campello sul Clitunno, 1966. ![]() |
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Cuore angelico, 1967, tempera su carta, cm 27 x 21 ![]() |
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