romano notari

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Precipitazione, 1962, tempera e china su carta, cm 20 x 24

 
     
     
     
 
Antologia critica
 
     
 

(...) Così il colore assumeva tramite i nuovi impulsi una dilatazione smisurata, una profondità e una trasparenza, un grado pertanto di intensità e di tensione che ne permettevano l’estensione dimensionale, ma di una dimensionalità più attiva e più inerente la nostra esistenza. Processo di mutazione degli stessi termini formali quindi in una rispondenza operativa del valori vita-morte, gioia-dolore, ma ristrutturati al di là di un contingentismo emozionale, piuttosto resi nella loro effettiva portata fenomenologia ed esistenziale.  Evidente poi il significato simbolico rosso-arancio-giallo di quei globi luminescenti (l’idea del sole-fuoco, ma anche di nubi radioattive, di esseri allo stato ancora larvale o elementale) di quella sostanza cosmica generatrice di potere inafferrabili e di indefinibili metamorfosi. Queste forre segrete si identificavano nella sua pittura con la luce, con i movimenti della luce, da cui emergeranno altre presenze altre visioni intenzionate, immagini come azioni di una accorata partecipazione alla realtà nel suo farsi. Le sue prime visioni infatti orbitano tra l’elegiaco e l’incubo, tra la soavità di accordi cromatici di trasparenze purificatrici e l’ossessione di un imminente inevitabile dramma, i cui sintomi allarmanti angosciosi si intravedono, provengono dal nostro spazio, da questo esistere su cui una minaccia smisurata prende la fisionomia ambigua dei fantasmi del nostro inconscio e della nostra fantasia. Da queste premesse nasce in lui il bisogno di una pittura come avvenimento, entro il quale è possibile seguirne l’intero processo, la relazionalità oggettiva su cui si struttura, nel suo organismo pittorico, divenuto più complesso, un alone concreto, reale. L’interesse preminente per Notari è portato però verso due termini più essenziali del suo dibattito, della sua operazione espressiva: il colore-materia, inteso come proiezione ed esaltazione vitalistica nello spazio e una forma-processo, data da una figurazione espressa nel suo momento di crescita, di evidenza fisica, legate comunque al brulicare stesso del colore, alla sua animazione organica. Appaiano allora esseri enigmatici, abnormi, appena delineati e tuttavia conturbanti, misteriosi, come evocati dapprima da quell’eccesso di splendore, richiamati poi da una veglia allucinante, da una lucida inquietudine interiore. Da un processo di fascinazione delle cose e delle presenze oscure che abitano negli spazi notturni della coscienza egli è giunto a scoprire questi idoli barbarici, queste deità solari, interpretando le figure ambigue di mondi ancora inesplorati, le loro relazioni e le loro vicende.

 

Toni Toniato, presentazione in Notari, catalogo della mostra personale, Galleria Gritti, Venezia, dal 14 agosto 1962.

 
     
     
  Documenti  
 
Oli e tempere di Notari, (testi di U. Apollonio, F. Arcangeli, G. Ballo, C. Cardazzo, A. Emiliani, M. Pirro, R. Tassi, M. Valsecchi), catalogo della mostra personale, Galleria 2000, Bologna, 5-18 gennaio 1963.
 
     
     
     
     Processo a 2, 1962, china e tempera su carta, cm 22 x 28  
  Processo a tre, 1962, tempera su carta, cm 19 x 25