romano notari

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  Luce d’amore, 1989, pastello su carta, cm 150 x 180  
     
     
     
  Antologia critica  
 
(...) Con i cicli pittorici Monumento a Ledacigno del 1976, Apparizione dello Spirito del 1980-81, Giardino proibito del 1983-84, Luce d’amore del 1989-90, Dall’alba al tramonto del 1998, Con Piero verso la Luce del 2000 e Aprimmo e vedemmo cose nuove del 2002-04, forse anche Romano Notari, come Mallarmé, ha sognato l’opera assoluta, l’Ouvre, e non l’ha realizzata. La sua vera opera è da cercarsi nella congerie di frammenti figurativi, nel susseguirsi dei dipinti, dei fogli disegnati e colorati, degli schizzi e degli appunti, degli inquieti esperimenti tecnici che pare costeggino i fondamenti dell’alchimia : la primaria successione solve-coagula, il passaggio dal fisso al volatile e al fisso, il periodo infinitamente ripetuto dell’evaporazione, della condensazione e di nuovo dell’evaporazionie dell’olio e dell’inchiostro, ovvero la trasmutazione aria/acqua/terra, ad opera del nuovo elemento, il fuoco. Poiché ogni tecnica è un modo di tentare un coup de dés, che può anche riuscire ad abolire le hasard, nel pittore umbro essa “è importante per esprimere e ottenere la visualizzazione del proprio pensiero”(...)

 

Floriano De Santi, La metamorfosi cosmica di Romano Notari, presentazione in Notari. Aprimmo e vedemmo cose nuove….Opere 1953-2005, catalogo della mostra personale, Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, Pescara, 9 luglio-9 agosto 2005.

 
     
     
     
  Monumento spremisole, 1989, tempera su carta, cm 59 x 79   
  Vaso Caiman, 1989, tempera su carta, cm 120 x 90