romano notari

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  Giardino proibito, 1984, olio su tela, cm 160 x 130  
     
     
     
 
Antologia Critica
 
 

(...) Un’altra delle caratteristiche del pittore umbro è quella della intensità della sua musica dentro il silenzio, tutti i suoi drammi sono nella placenta della fantasia, filigrane di vita, stanno come “Amori spirituali”, “Apparizioni”, “Foglie della passione” e “Giardini proibiti” dentro un glorioso limbo di spazi, fanno Apocalisse ed elegia, primordiali albe di vita e giorni del giudizio sempre in quella utopia dell’iride giallo arancio, quelle atmosfere dove ciascun ammiratore di Notari impara a credere che donne, angeli draghi, cigni, innamorati son fatti della stessa pasta o aria o luce, come si voglia chiamare la materia del silenzio notariana. (...) Dal punto di vista stilistico il ciclo del “Giardini proibiti” si differenzia da quello precedente delle “Apparizioni” in virtù di un differente rapporto tra segno e colore, nel senso che la maggior parte di questi quadri è raggiunta con un’attenzione grafica più prolungata, lo staglio delle figure appare come per una ricognizione plastica, se non fuori della atmosfera, abbastanza più restituita ad uno spazio senza soffusioni. V’è, inoltre come carezza dell’iride, una disponibilità verso gamme per Notari inusitate, i rosa nei verdi i timidi ma non spaesati azzurri, tutti colori che l’artista sembra immaginare, più che aver catturato. Il suo filtro oro arando apre le fitte maglie, ma non abdica certo dal suo trono.

 

Marcello Venturoli, L’inconfondibile Notari, in Romano Notari. Dipinti e pastelli 1983-1984, catalogo della mostra personale, Galleria La Margherita, Roma, 9 maggio-4 giugno 1985.

 
     
     
     
  Giardino proibito, 1983, tempera e pastello su carta, cm 160 x 130  
  Frutto proibito, 1984, olio su tela, cm 160 x 160