romano notari

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  Monumento a Ledacigno. Opera XIX, 1977, tempera su carta, cm 190 x 130  
     
     
     
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(...) Notari ha scelto il mito di Leda perché è quello in cui il rapporto amoroso avviene con un uccello Dio. L’uccello è il protagonista di tutta la pittura di Notari, anzi proprio di ogni sua opera, fin dai primissimi disegni del suo primo fare una figura su un foglio: ed ha assunto via via vari aspetti, varie “presenze”, varie incarnazioni. Ho cercato altrove di penetrare in parte nella complessa rosa di significati di cui l’uccello è in questa pittura, portatore: uccello reale, uccello come “centro di cosmicità”, come presenza angelica, come simbolo umano, come focolaio di vita, come adorato e adorante, come “illuminante”. In questo ciclo l’uccello-cigno è tutte queste cose, ma è anche soprattutto il punto della metamorfosi del divino nel terrestre, il terrestre che espone la sua interiorità divina, è la presenza del Dio nel rapporto amoroso; e non si distingue dalla donna che è la stessa cosa nella sua forma accogliente, nella sua sublimazione di vita. Ma l’uccello è anche Notari stesso, una identificazione piuttosto che un autoritratto, l’ordinatore della creazione, l’assistente all’opera, al compiersi dell’opera, fino ad un punto che potrebbe portane ad una interpretazione alchemica. Finalmente così, in un ciclo che anche per questo è un culmine dell’opera di Notari, la luce, origine stessa di ogni sua possibilità espressiva, coincide con l’amore; e, precipitando dalle profondità del cielo solare, fluttuando sulla terra, invadendo e creando ogni fantasma, ogni figura e ogni spazio, arroventando il mistero mistico della stanza dove primamente avviene la glorificazione del “Monumento a Ledacigno”, diffonde ovunque, nella trasparenza che è la caratteristica della sua stessa materia, l’unità amorosa. L’amore è trasparente, apparente al di là.

 

Romano Notari, (testo di R. Tassi), catalogo della mostra personale, Bambaia Galleria d'Arte, Busto Arsizio, 7-29 ottobre 1978.

 
     
     
     
    Monumento a Ledacigno. Opera XVII, 1977, tempera su carta, cm 190 x 130  
  Amore solare, 1977, olio su tela, cm 94 x 76